Siamo influenzati o meno dalle nostre letture in qualità di autori?

Questa, ahimè, è una domanda alla quale non si può dare una risposta esaustiva e senza margine d’errore per tutti. Ad ogni modo, proviamo ad affrontare la questione partendo dalla parola “influenza” … Nella musica, giusto per fare un esempio, quando sono nati i Black Sabbath hanno proposto qualcosa di nuovo, ma pur sempre influenzato dal blues e dal rock & roll anni Sessanta. Spesso leggiamo scritti di autori che hanno un’età superiore alla nostra, o addirittura classici che appartengono a epoche molto lontane, per cui il loro retaggio culturale ci è di sovente – almeno in parte – sconosciuto. Per tornare al campo musicale, avreste mai pensato che Chuck Berry (nato nel 1926) segnò letteralmente la carriera di Angus Young, leader degli AC/DC, così come i Led Zeppelin furono un esempio per i Queen, o gli Aerosmith per i Guns and Roses? L’influenza artistica è naturale e anche sana, se non si trasforma in plagio, ma in qualcosa che dia uno spunto iniziale a un artista. Lo stesso vale per gli scrittori. In qualche maniera, in qualità di autori assorbiamo lo stile dei nostri beniamini, il loro linguaggio, il modo di caratterizzare i personaggi e le ambientazioni, le atmosfere evocate.

In realtà, si tratta di un’influenza inconscia che agisce su di noi in modo passivo, specialmente quando veniamo catturati da una narrazione che poi facciamo nostra. Capita anche che un passaggio di un libro o una descrizione particolare fungano da input per quello che era per la Woolf o Joyce lo “stream of consciousness”, un flusso libero di pensieri, emozioni e sensazioni che poi prendono magicamente forma nei nostri stessi testi. In altri frangenti ancora, può piacerci come un libro è strutturato, per esempio l’intreccio degli eventi, che non necessariamente deve rispettare il loro ordine cronologico. Non si tratta, quindi, di riferimenti diretti, ma di sorgenti di ispirazione che, d’altronde, potrebbero essere rappresentate anche da fotografie, immagini in genere, musiche, situazioni ed esperienze che pertengono al nostro quotidiano.

Prendere ispirazione con il giusto distacco, senza tentare di riprodurre l’altrui penna, è pertanto qualcosa di potenzialmente vantaggioso.

Il segreto per scrivere un testo con un’impronta davvero peculiare? Consta nell’evitare di fossilizzarsi su un solo genere di letture, su un solo autore, o uno stile, ma spaziare tra essi e le altre forme artistiche in modo da forgiare la nostra conoscenza in maniera varia e ricca, attingendo a diverso materiale.  

Al di là di genere e influenze, comunque, ciò che davvero conta è che nelle vostre pagine scorra la passione, la vostra anima, i vostri interessi e le vostre prospettive; in altre parole, il vostro personalissimo sguardo sul mondo, la vostra irripetibile finestra. Usare il termine “originale” è forse troppo, ma “personale” no, è alla portata di tutti, anche della vostra.